La risposta dell'Esperto

In caso di omesso/tardivo versamento dell’imposta sostitutiva dovuta per la rivalutazione dei beni d’impresa o per il riallineamento del relativo valore fiscale, risulta possibile ricorrere al ravvedimento operoso ex articolo 12 del Dlgs 472/1997. In mancanza di specifiche normative in merito al perfezionamento della rivalutazione – così come eventualmente correlata al versamento della sostitutiva dovuta – la rivalutazione non può che ritenersi perfezionata tramite la compilazione dell’apposita sezione della dichiarazione dei redditi del soggetto che procede con la rivalutazione stessa (si veda, relativamente alle società di capitali, la sezione XXIV del modello Redditi Sc, righi RQ100 e seguenti), laddove si riepilogano le informazioni e i dati relativi alla rivalutazione stessa, all’imposta sostitutiva e alle modalità di pagamento (in unica soluzione o in un massimo di tre rate annuali). Per questo motivo, l’eventuale irregolarità nel versamento della prima o unica rata, in scadenza al 30 giugno 2021, non è circostanza in grado di invalidare la procedura di rivalutazione/riallineamento: in caso di omesso, insufficiente o tardivo versamento dell’imposta sostitutiva non vi saranno quindi effetti sul perfezionamento della rivalutazione, con conseguente iscrizione a ruolo, da parte dell’amministrazione finanziaria, di quanto dovuto dal contribuente (articoli 10 e seguenti del Dpr 602/1973) e, in ogni caso, quest’ultimo potrà rimediare all’errore sul versamento mediante il ravvedimento operoso. Francesco Paolo Fabbri