House Ad
House Ad
yyyyyyyyyyyyyy
Benvenuti nella sezione Esperto Risponde Speciale Investimenti Sicuri.

di Marco Liera

È difficile investire in sicurezza? In teoria no, perché il mercato finanziario offre una grande varietà di strumenti che rispondono a questo requisito. Nella realtà invece sì, perché da una parte l’industria finanziaria "non" ha interesse a proporre strumenti semplici e sicuri (e, come tali, a basso costo). E poi perché i risparmiatori, per le note e diffuse distorsioni studiate dalla finanza comportamentale, tendono a complicarsi la vita scegliendo spontaneamente soluzioni che non comprendono bene o correndo rischi che non hanno preventivamente stimato. Basti ricordare quello che è successo dieci anni fa all’apice della bolla della new economy.
Sicurezza negli investimenti può significare non essere disposti a perdere soldi in nessun orizzonte temporale. Neppure in un giorno. Se è così, bisogna accontentarsi di rendimenti veramente contenuti e stare lontani da qualsiasi mercato finanziario, dove i prezzi possono oscillare per motivi imperscrutabili. Occorre quindi orientare la propria scelta tra i conti di deposito, i libretti bancari e postali e i buoni postali (a rendimento nominale o reale). Con questi strumenti si ha la sicurezza di poter liquidare l’investimento in qualsiasi momento senza registrare una perdita. A questi prodotti si avvicinano i BoT, i fondi e gli Etf di liquidità, che tuttavia non offrono le stesse garanzie, pur rivalutandosi di giorno in giorno per importi piccolissimi.
Ma anche le persone più avverse al rischio non faranno fatica a comprendere che difficilmente si può puntare a una vera protezione del capitale nel lungo periodo con strumenti come questi. Perché su orizzonti non brevi, l’investitore privato deve sempre mettere in conto l’erosione dell’inflazione.
La scelta che si impone ai risparmiatori prudenti che vogliono proteggere il capitale dall’inflazione è quella di affrontare i mercati finanziari. Perché è solamente qui che si trovano prodotti che possono condurre con un’ottima probabilità a questo obiettivo. In altre parole, è indispensabile correre qualche rischio di perdita nominale nel breve periodo se si vogliono veramente difendere i risparmi in termini reali.
L’orizzonte temporale vero di una moltitudine di risparmiatori, quello in cui è necessario proteggere il capitale, non è di pochi giorni o mesi, ma almeno di qualche anno. Non tutti infatti hanno esigenze di spesa a breve termine e non tutti sono condizionati dall’esigenza di poter liquidare in qualsiasi momento il proprio investimento senza perdite. Qui entra in gioco la pianificazione delle finanze personali, che va costruita da soli o con l’aiuto di un bravo consulente, mettendo gli obiettivi familiari in ordine di priorità e associando a ciascuno di essi risorse e strumenti finanziari.
L’alternativa fondamentale nel campo degli investimenti sicuri orientati al lungo periodo (ossia con possibilità di oscillazione di prezzo molto contenuta e nessun rischio di default) è quella tra titoli a tasso nominale e titoli a capitale indicizzato all’inflazione, con cedola reale. Con i primi non ci si copre dall’inflazione inattesa: il rendimento dei tradizionali BTp, per esempio, è pari all’inflazione attesa più un premio per il rischio. Con i BTpei o gli OaTei francesi invece, la cedola viene sempre calcolata su un capitale che si rivaluta giorno dopo giorno per effetto dell’inflazione dell’area euro. Quindi, i BTpei e gli OaTei sono gli strumenti che offrono la protezione reale del capitale al minor rischio possibile. Sia chiaro: anche con le obbligazioni a cedola nominale si possono avere risultati lusinghieri in relazione a questo obiettivo, ma non certi. I titoli a cedola variabile agganciati a tassi di mercato a breve termine (come i CcT o le tante emissioni societarie o sovranazionali con cedola indicizzata all’Euribor) introducono nel portafoglio un’interessante possibilità di copertura rispetto alle oscillazioni dei mercati finanziari, ma anche questi non garantiscono la protezione del capitale reale.
Gli inevitabili rischi di oscillazione di prezzo di tutte queste categorie di titoli possono essere ridotti scegliendo delle durate non troppo lunghe. Se la scadenza di un’obbligazione è più vicina, le quotazioni possono sì fluttuare, ma in modo più contenuto. Si rinuncia a qualche decimo di punto percentuale di rendimento a scadenza, ma si dorme ancora più tranquilli.

I NOSTRI ESPERTI

Questi i nomi degli esperti che ti aiutano a chiarire i tuoi dubbi.


  • Angelo Drusiani, Banca Albertini Syz (Titoli di Stato; Obbligazioni emittenti sovranazionali)
  • Nicola Zanella, esperto di obbligazioni e fondatore del sito bondreali.it (Conti di deposito, Pronti contro termine e buoni postali; Obbligazioni indicizzate all’inflazione)
  • Giuseppe Romano, direttore ufficio studi Cosultique (Polizze vita, Fondi monetari e a capitale protetto; Obbligazioni bancarie)