| Parere |
In genere le polizze vita di tipo tradizionale (escludendo quindi unit ed index linked) associano la garanzia di restituzione del capitale netto versato ad un tasso di rendimento minimo nell’ordine di uno o due punti percentuali annui, con consolidamento annuale dei risultati via via conseguiti (vale a dire che il rendimento riconosciuto nell’anno passato andrà a costituire capitale per l’anno successivo). Tra le diverse tipologie offerte dal mercato, miste, capitale differito, vita intera, certificati di capitalizzazione, sono queste ultime a presentare i costi mediamente inferiori. I certificati di capitalizzazione rispondono a contratti in cui la Compagnia Assicuratrice si obbliga alla restituzione a scadenza dell’importo dei premi versati maggiorati degli interessi maturati nel corso della durata contrattuale (in genere non inferiore a 5 anni). Caratterizzate dall’assenza di rischio demografico (le prestazioni non hanno alcuna implicazione con età e o sesso dell’Assicurato) si configurano quali squisite operazioni di tipo finanziario, ove però i risparmi investiti confluiscono all’intero di una gestione separata, composta principalmente da titoli di stato. In periodi di tassi di interesse molto bassi, e se presentano costi veramente contenuti, possono offrire rendimenti superiori ai classici bot.
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