| Parere |
La lunga fase favorevole alla moneta unica europea è appannata: le vicende legate ai debiti pubblici, alcuni dei quali evidenziano rapporti eccessicvi nei confronti dei relativi prodotti lordi, potrebbe tradursi in un ukteriore calo del valore dell'euro nei confronti delle altre monete. Tra le valute che più di altre potrebbero benficiare della possibile debolezza della moneta di Francoforte compaiono il dollaro americano e lo yen giapponese. Il valore del dollaro australiano è salito in misura sensibile, su attese di ripresa economica mondiale importante, ma se, nei prossimi mesi, la crescita dovesse rilevarsi non molto forte, questa valuta, come quella di altri paesi esportatori di materie prime, potrebbe risentirne molto negativamente. Nel corso dei prossimi anni, è quindi probabile che immettere in portafoglio ETF (più che fondi d'investimento) che abbiano come sottostante strumenti obbligazionari denominati in dollari USA possa rappresenatre una strategia corretta, purchè in un ambito di portafoglio che faccia riferimento a questa tipologia d'investimento in misura non totalitaria, ma limitata alla propensione al rischi dell'investitore (si ricordi che il rischio valutario assume valori molto alti, dal momento che le oscillazioni dei rapporti di cambio sono spesso rilevati. Nel 2003 il dollaro USA si svalutò di oltre il 23% nei confronti dell'euro)
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