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La domanda
RITO FORNERO

Buongiorno, sono un ex lavoratore che si trova a vivere una questione anomala, spero mi possiate aiutare. Brevemente: sono stato licenziato il 30/7/2012, da un'azianda che ha cessato l'attività, MA CHE AVEVA UN CONTRATTO DI AFFITTO DI RAMO D'AZIENDA IN CORSO DI DEFINIZIONE, CHE HA CONCLUSO DUE GIORNI DOPO AVER LICENZIATO TUTTI I DIPENDENTI. Ora sono in mobilità. Ho impugnato il licenziamento ai sensi del comma 48 della Legge Fornero, c'è stata la prima udienza che il giudice ha rinviato una sola volta per conomitanza con elezioni politiche e alla data stabilita ha sentenziato, senza mai ascoltarmi. La sentenza mi vede soccombere. Ora, se il giudice invece di emettere ordinanza in "primo grado" come prescrive la Legge Fornero, ha emesso sentenza, io dove devo fare ricorso? La Legge dice che all'ordinanza si può proporre ricorso al Tribunale che ha emesso l'ordinanza, ma avendo emesso sentenza io dove ricorro al Tribunale o in Corte d'Appello come fosse una sentenza "normale"? E con quali termini (trenta giorni Legge Fornero o sei mesi, o altro?). Inoltre che efficacia ha la sentenza emessa in luogo dell'ordinanza? Inoltre se il giudice non ha sentenziato in merito ad alcuni punti fondamentali citati nel ricorso (comma 40 art. 1 L. 92/12, legge 604/66) io come devo fare il RICORSO, atteso che ha contestato anche la mancata invocazione del comma 47 art. 1 L. 92/12? Grazie. Roberto Vallecoccia email: radarista@libero.it

Inviata il 23  aprile  2013 alle ore 10.48

La risposta dell'esperto

IN OGNI CASO, LA SENTENZA DEVE ESSERE IMPUGNATA DAVANTI ALLA CORTE D'APPELLO, SECONDO I TERMINI ORDINARI. PER RISPONDERE AGLI ULTERIORI QUESITI SAREBBE NECESSARIO CONOSCERE IL CONTENUTO DEL PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE E LE RAGIONI CHE LO HANNO CONDOTTO A QUEL TIPO DI DECISIONE.

Inviata il 23  aprile  2013 alle ore 18.42