Riscaldamento e contabilizzatori

Ritardo nella messa a norma dell'impianto

La Domanda Vivo in un condominio di tre edifici (oltre accessori e negozi), provvisto di un impianto centralizzato di riscaldamento a gas metano, con un'unica centrale termica che fornisce calore a 108 potenziali utenze. L'impianto, descritto nel regolamento di condominio come bene comune, è stato sempre in funzione dal 1984 ad oggi, ma con il passare degli anni le utenze effettive si sono di molto ridotte, in quanto molti condomini si sono distaccati e resi autonomi, per cui attualmente i condomini rimasti allacciati all'impianto sono diventati minoranza, 44 centralizzati contro 64 autonomi. Qualche tempo fa la maggioranza (gli autonomi) ha approvato una delibera in base alla quale l'impianto centralizzato veniva di fatto soppresso. Tale delibera è stata impugnata ed in attesa della sentenza, che dovrebbe esserci nel febbraio 2018, il giudice ha posto una sospensiva della stessa delibera, per cui l'impianto dovrebbe funzionare quanto meno per questa stagione invernale e per buona parte della prossima. Tuttavia, lo scorso mese di marzo, l'impianto è stato arrestato anticipatamente in quanto l'amministratore (in carica da cinque anni), a seguito di un'azione legale da parte di un condomino, ha preso coscienza del fatto che l'impianto era sprovvisto del certificato di prevenzione incendi (CPI). Infatti, si è scoperto successivamente, il CPI dell'impianto, ottenuto nel 1984, era scaduto nel 1990 e non più rinnovato. Un ingegnere, incaricato dall'amministratore, ha predisposto una relazione tecnica sulla base della quale è stato richiesto il suddetto certificato ai vigili del fuoco. I vigili del fuoco hanno espresso un parere favorevole con prescrizioni, le quali consistevano nell'esecuzione di alcuni lavori necessari per la messa a norma dell'impianto, di entità tutto sommato relativamente modesta (intorno ai ventimila euro). A questo punto l'amministratore (trattandosi di manutenzione ordinaria, ancorché tardiva, per la messa in sicurezza di un bene comune, ed oltretutto rivestente carattere di urgenza), avrebbe dovuto semplicemente eseguire i lavori necessari alla messa a norma dell'impianto, emettendo nel contempo i bollettini per riscuotere le rispettive quote da parte dei condomini. Invece l'amministratore ha scelto di sottoporre la questione all'approvazione dell'assemblea, la quale assemblea ovviamente ha stabilito a maggioranza di non effettuare tali lavori. A seguito di tale decisione l'amministratore ha informato i condomini che nella più che prossima stagione invernale l'impianto non verrà messo in funzione. Quindi i condomini allacciati all'impianto resteranno al freddo. A questo punto cosa possono fare i 44 condomini centralizzati per far valere i propri diritti?

La risposta dell'Esperto

Nel quesito proposto ho letto che "Qualche tempo fa la maggioranza (gli autonomi) ha approvato una delibera in base alla quale l'impianto centralizzato veniva di fatto soppresso. Tale delibera è stata impugnata ed in attesa della sentenza, che dovrebbe esserci nel febbraio 2018" e che inoltre, nelle more, il giudice aveva già emesso un provvedimento di sospensione della delibera impugnata. A questo punto, stante l'urgenza di un provvedimento, parrebbe possibile depositare un ricorso d'urgenza in Tribunale al fine di effettuare i lavori e porre rimedio alla situazione. Il consiglio è quindi rivolgersi immediatamente all'avvocato per chiedere il provvedimento d'urgenza al giudice. Edoardo Valentino